Accusare
Sii tu sempre l'ultimo all'altrui accuse, nè intentar lite a colui, che sai esser più accetto al giudice, che tu non sei, se pure non ti accorgessi dell'animo del medesimo giudice, ben intenzionato alla tua causa.
Se già hai una lite in campo, o mossati da altri, o da te altrui, ancorchè scorghi notoria la giustizia per tua parte, come tuttavia si fosse una causa spallata, e di niuna sossistenza, non lasciar giudice intatto, e di preghiere, e di sottomani. Cerca mediatori coll'avversario; e da essi con ogni avvedutezza, e circospezione dimanda, come per modo di dire, quali stimano le opposizioni più valide. Fa istanza, che si venga a compromesso. Tutto però maneggia con modi segretissimi. Non t'indurre in conto alcuno a metter fuora, o sotto gli occhi altrui le tue ragioni, o privilegj, perchè verresti a dar l'armi al nemico, che in risapendole, si premunisce a' cavilli, ed esplicazioni fantasticate. Scuopri la naturalezza, e genio del tuo rivale; se feroce, o melense, per così corrispondergli a misura. Se feroce, scegli il tempo, quando egli monta nelle sue furie; se tiepido, e melense, vattene colla flemmetta, e arrivalo. Deve sommamente badarsi, che in niun conto l'accusato penetri, essergli stata fatta da te la spia, nè in qual genere. Ma fa in maniera, che gli si scarichi addosso il fulmine prima che ne scorga il lampo; il che suol abbattere anche gli avvezzi a simili ripentagli.
Scegliti l'avvocato senza molta riflessione al suo essere, o valore, purchè ben visto da' giudici; e all'avvocato addossa l'impegno della propia estimazione, e suo pregiudizio, se la causa, presasi a difendere, pericola. Provati di più a far procedere tutt'i capi dell'accuse, non già a stile di forma giudiziaria, ma col colore di amicizia, e segreto movimento, mischiandovi notizie atroci, e simili a' vizj del giudice, il quale perchè l'averà in se medesimo, le crederà tosto dell'accusato; con far anche apprender al medesimo giudice, correre in questa causa il rischio della propia fama, e decoro. In presenza del giudice usa tutta la compassione, e pietà verso il reo; ma che trattandosi del ben pubblico non potesti preterir quell'uficio; e in questo dire, accusa la tua rea sorte, e la disgrazia di quel tale, a chi per legge d'amicizia porti ogni amore.