Modo di guadagnarsi l'altrui buona grazia
Informati di quali cose gusta l'amico, e regalalo a proporzione del genio. Saranno a proposito lavori della Matematica, la comunicazione de' segreti naturali, de' quali è pieno il Mizzaldo.
Spessissimo abboccati con esso lui, conferisci, e dimandagli parere, e adopera i consigli, che egli ti diede; ma non mai ti gli scuoprire a tal segno, che, divenendogli nemico, t'abbia egli come sottomesso, e dipendente. Niente chiedigli, che con difficoltà ti conceda: come sarebbe, ove s'entra a mio, e tuo. Nelle solennità più celebri, congratulati con esso seco degli anni natalizj, della buona salute, ec. con brievi, ma ben colte orazioni. Rare volte le virtù, sempre dissimola i di lui vizj. Comunicagli i segreti tuoi nascosti; rapportagli le sue lodi, attribuitegli in di lui assenza dagli altri: e quanto ti capita di notizie spettanti alle sue lodi, tutte suggeriscile a' di lui orecchi, massimamente quelle, che vengono da' Superiori. Non gli mai però discuoprire i suoi difetti, ancorchè egli te ne facesse premurose le istanze; e se molto ti premesse, a non farti apprender diffidente, discuoprigli difettuzzi leggieri, che egli medesimo talvolta non saprà dissimolare, di riferire di se medesimo agli altri. Perchè queste verità lasciano impresso nella memoria un pungolo mordace, comunque si dicano; massimamente se esorbitano punto dal vero. Salutalo spesso con voce, e lettere altrui; scrivigli anche spesso, e non sostener mai opinione contraria alla sua, poco meno dispregiala. O se per caso l'avesti in qualche modo schernita, ritorna in un certo modo a te stesso, e dimanda d'esser da lui addottrinato in quel punto, e datti vinto alle sue ragioni, o almen mostrati, esser sopraffatto. Sia tu prodigo in dar i titoli; e pronto ad alcuni servigj, benchè non riuscibili, e alla cui esecuzione non si avesse a venir mai. Non voler mai dar gusto a chi che sia, per mezzo di azioni peccaminose: anzi nè pure con apparenze ripugnanti al tuo stato: come se per esempio fossi Ecclesiastico, guardati bene da troppi scherzi, e buffonerie, da spropositatamente sbevazzare, ec. poichè maniere di tal fatta, eziandio se sembrino in quel mentre gradire, poscia cagionano vilipendio, e discredito; anzi dopo qualche giorno anche odj implacabili. Perlochè quantunque talvolta ti sia spediente por da banda la virtù, non è dovere tuttavia gittarsi in braccio al vizio.
Se vai per trattar con qualche personaggio, il primo passo sarà informarti de' suoi più favoriti, fazionanti, e confabulatori. La costoro grazia ad ogni prezzo ti compera: poichè ti gioveranno in moltissime occasioni. Potrai nel maneggio del tuo disegno valerti del loro indrizzo; poichè questi tali in dare consigli, cooperano anche dal loro lato ad effettuarli. Se vorrai prender vendetta di tal'uno, rendilo a costoro diffidente, perchè in fine comparirà, che tu hai prese le lor parti, e in realtà avrai patrocinato il tuo interesse, sotto colore dell'odiosità altrui.
Non ti ridurre mai a partito di potersi far elezione di tua persona dal comandante, per l'esecuzione di qualche misfatto, perchè quantunque egli ti vegga di buon'occhio per allora, poscia ti mirerà come un continuo rimprovero della propia scelleraggine; e crederà potersi con gran facilità commettersi contro di lui ciò, che per ordine suo intraprendesti contro di quell'altro. Se non altro, passerai sempre colà per un'anima vendereccia, e uomo venale con poca moneta. Dunque farai assai meglio tortigli davanti, contento di quel premio, che a riguardo di quel mal'affare ti diede.
Scrivi qualche lettera commendante in estremo l'altrui merito, e lasciatela cascar di mano, e intercettarsi; acciocchè capiti sott'occhio del commendato.
Molti prendon misura della propia soddisfazione, in proccurare la soddisfazione, e gusto altrui; affaticandosi indarno far quelle cose in grazia d'altri, che sarebbono gradite a se medesimi. Tu con più consigliata prudenza informati prima di ciò, che piaccia, o dispiaccia al personaggio. Chiamali col nome di fratelli, ancorchè inferiori di condizione alla tua; e previenili nelle onoranze, purchè siano almanco persone civili, e ingenue.
Non voler fastidire, ancorchè con delizie, chi che sia: perchè tosto ne prenderà nausea. Affacciale bensì con discretezza; e mostrane assai più di quel, che ne sia. Lasciatelo col desiderio. L'istesso osserva ne' giuochi, colloquj, e simili.
Non chieder cos'alcuna dall'amico in prestito; perchè se non potrà prestartela, e tu vedi, e sai, ch'egli l'abbia, te ne vorrà male. Pure, se o di mala voglia s'induce a compiacerti, o nella restituzione non vegga la sua roba appuntino, come la ti diede, ne proverà internamente il rammarico.
Niente comprar dall'amico: poichè se ti costerà caro, tu sei l'aggravato; se a buon mercato, egli vi rimarrà di sotto.
Bisognati ben trattare anche i più vili fanti di quel Padrone: altrimenti coloro pian piano ti faran perdere l'affezione dell'amico. Architetta nella tua fantasia de' segreti, e come tali, confidali a lui. Mostragli, che quanto si appartiene alla sua carica, tutto ti è estremamente a cuore. Cogli schiavi, se troppo ti addimestichi, ti disprezzeranno: se vi tratti con burbanza, e sdegno, ti odieranno: ma se con una affabile gravità, ti porteranno il dovuto rispetto.
Colle persone ben nate convien trattare con benevolenza, amore, e dolcezza. Non permetter mai loro atti indegni della lor condizione a tuo riguardo: come sarebbe a dire; farti qualche infimo ossequio, altri contrassegni di troppo bassezza, con bacio de' piedi, e simili. Fa conto, che il genio degli avari s'uniforma col genio degli schiavi, e perciò abbili nel medesimo conto, e stima.
Se anderai in traccia della benevolenza popolare, promuovi con promesse il comun comodo, in guisa che l'utilità si stenda al sollievo di ciascheduno. Il volgo dall'utile, più che dall'onesto, vien tirato.
Accetta l'invito a mensa de' tuoi inferiori. Non ne biasimar cos'alcuna. Vinci tutti di cortesia; e salvo il tuo decoro, sia liberale, se non d'altro, di buone parole.
Guardati di non appropiarti un minimo che senza lor beneplacito.
Compatisci, e più sovente consola, ed in rammentare i beneficj, divisagli nelle lor parti, e condizioni.
Non isprezzar cos'alcuna, ma più tosto commendala.
Se fa mestieri contraddire, non rimproverar loro l'imprudenza, l'ignoranza, e simili; ma più tosto, lodate le loro ragioni, prodotte con candidezza, e sincerità, esaggera i disordini, che ne proverrebbono di troppa spesa, ec.
Datti a conoscere sempre parzial difensore delle esenzioni popolari. Va specolando il genio di chi vuoi farti amico, se inchina alle armi, allo studio, alla clemenza, o alla fierezza.
Rade volte addossati la carica d'intercessore, poichè tutto ciò, che si fa agli altri per tuo riguardo, si fa a te medesimo, e tu devi aver sempre la mira, di serbarti a solo tuo pro intatto il Principe.
Non isvelare ad alcuno l'altrui segreto; poichè egli ti prezzerà poco. Se ti comanda un'indegnità, traccheggialo, frattanto pensa modo, di sottrartene colle scuse, o di star poco sano, o d'aver perduti i cavalli, ec.
Prima insinuati nella servitù di colui, la cui amicizia vuoi procacciarti, e bisognando, comperala eziandio col danaro: poichè la servitù è bastante a tirar seco il Padrone dove essa vuole.
Comunque ti sia avanzato nell'altrui grazia, stimala tuttavia da non poterne continuare il possesso, senza mille altri ossequj: poichè la grazia de' Grandi una volta acquistata, vuol trattarsi con gelosia, per non perdersi, e nudrirsi con servigj, a perpetuarsi.