Leggere e scrivere
Se ti occorrerà scrivere in un luogo frequentato da molti, appoggia a un lettorino qualche foglio già scritto, come se avessi a ricopiarlo. Egli sia patente, e in prospettiva; ma la carta, dove realmente scrivi, stia distesa ugualmente sul tavolino, e talmente cautelata, che non comparisca, se non la sola riga della trascrizione, che possa leggersi da chi vi si accosta. Quello però, che hai scritto, riparalo con qualche libro, o altro pezzo di carta, ovvero con altra carta sostenuta, come la prima, ma più appressata allo scritto.
Se mentre stai leggendo, vi dia l'occhio tal'uno, tosto volta più carte, per non fargli penetrar la tua intenzione; anzi sarebbe bene aver molti libri aperti avanti, per offerire a colui con maggior destrezza uno in vece di un altro. Che se per fortuna scrivi lettere, o leggi qualche libro, e sopraggiunga persona, in cui presenza proseguendo, sospetterebbe, tosto, come se dal libro, e dalle lettere prendessi motivo di far quesiti, prima di fargli aprir bocca, interroga tu lui; come per esempio, se scrivi lettere oratorie, interroga chi t'interrompe, se qual risposta prudente, e sensata potrebbesi dare a tale, o tal quesito; o pure dimandagli qualche novità, per poter riempire il foglio. Il medesimo costuma, se conti monete, o leggi libri.
Non t'incresca a materie segrete addattarvi la tua penna, e mano medesima (se pure non adoperi cifre) e queste sien tali, che possano e leggersi, e intendersi da ognuno, quali appunto Tritemio nella sua Poligrafia specifica. E queste maggiormente nascondono i significati, se si vergano da mano altrui. Altrimenti, se le cifre sono impercettibili, risvegliano sospetti, e intercettamenti; anche se non son fatte, come devon farsi.