Donare, e rimunerare
Sia tu prodigo in quelle cose, che prevedi non aversene a far altro, dopo averle promesse; e concedi quei soli privilegj, de' quali non sarà mai per valersene il privilegiato.
Niun Maestro addotrini in guisa lo scolare, che colui apprenda, non rimanergli altro da imparare dal medesimo Maestro. Nè mai il padre contribuisca tanto al suo figliuolo, che questi non più abbisogni di lui, nè abbia, che più sperarne. Il medesimo dico de' Padroni rispetto a' servidori. Laonde, se si donano campi, o orti, sieno tali, che abbisognino d'un continuo soccorso del donatore: come per esempio, che non vi sia acqua, non legne, non molino.
Se si fa qualche donazione per via di contratto, o altra scrittura; vi si aggiunga la clausola di potersi disfar tutto ad arbitrio del Padrone.
Se conferisci qualche carica a persona meritevole, e renitente di accettarla, non gli ammetter in conto alcuno la scusa, se non sia notorio a tutti questo suo rifiuto. Altrimenti diranno, che non hai saputo riconoscere i meriti. Ed acciocchè non abbia l'agio di sottrarsi co' pretesti, conferiscigli la carica in quella circostanza medesima, che sia egli tenuto ad esercitarla: appartandoti tu frattanto in qualche villa, o luogo rimoto, dove gli convenga trattar con esso teco per mezzo di lettere, e frattanto ne prenda, ed eserciti il possesso.
Le grazie si hanno a fare in guisa, che non vi sia tuo svantaggio. Come per esempio: in rilasciar qualche pena, facciasi come in premio.
Condona quei gravami, e nuove gabelle, che avresti potuto porre ad esempio de' Principi confinanti, con qualche rimorso di coscienza.
Non ti dilettar di cose preziose in uso di tua persona, come sarebbe a dire, d'armi, cavalli, anelli, e simili; acciocchè senza tuo gran dispendio possi dispensarle, come un gran donativo, e regalo di gran pregio. Le maniere di dar simili donativi sieno singolari: come se per sorte donassi a tal'uno un archibugio, immediatamente prima di regalarlo, fa che si tiri al bersaglio, e dallo in dono a chi lancia il colpo, come in guiderdone d'aver dato al bianco. O pure fanne più certa disposizione, e favorisci il giuoco.
Se brami, che il tuo regalo sia accetto a chi lo riceve, non lo promettere; perchè colui ricuserà di accettarlo: poichè le promesse anticipate obbligano alle scuse di ricevere, o almeno a comperarsi il dono co' prieghi.
Chi loda le sue cose in altrui presenza invita gli uditori a dimandargliene.
Ciò, che stabilirono i tuoi predecessori, sia in venerazione, e stima presso di te; nè ti far lecito biasimarlo, poichè coloro videro circostanze, e motivi, che tu non avverti.
Non conceder mai privilegj, e grazie irrevocabili; perchè verrà tempo, bisognoso a mutarsi, e non potrai.
Quando fai de' donativi, non parer di perderli, nè troppo commendarne il lor pregio, per farli giugner più cari. Rifletti al tempo, e necessità di ciascheduno. E se hai beneficato cert'uno, non lo palesare ad altri. Offenderesti non poco il beneficato, e sembreresti rinfacciargliene. E se ti converrà menzionarlo, protestati, essere stato in obbligo di farlo, e per conseguenza incapace di ringraziamenti. All'incontro se a te sarà fatto quantunque minimo regaluccio, guardati di farla da sconoscente.