Conversar con altri
Io qui distinguo due classi d'individui, acciocchè tu riscontrandoti in tal'una di loro, possi regolarti, secondo i dettami proporzionati al tuo naturale. Alcuni si trovano, il cui discorso sul ben principio sembra alquanto inamabile, e pian piano poscia va dilettando, non avendo in contanti su le labra una prudente e graziosa facondia. Altri ve ne ha, che in aprir la bocca, tosto si fanno apprender saggi ed eruditi; ma son troppo prolissi nel favellare, e con poco loro decoro o dan giudizio, o conchiudono delle materie proposte. Prendi dunque le tue misure, e se sei della prima classe, rare volte entra ne' circoli; pur, se v'introduci ragionamento, indugia più che puoi. Se vai in riga della seconda classe, frequenta pur le brigate; ma quanto più succinto, tanto più vi sarai gradito. A grande stento lasciati indurre ad esser ospite nell'altrui case, per non avvilirti. Prendi per tema de' tuoi discorsi il più sembratoti plausibile a' circostanti. Con alcuni forma sistemi immaginarj, con altri metti in campo eserciti squadronati, con tali altri insinuati colla poesia, ec. sempre però con lode della proposta materia.
Non trattar con altri in tempo, che hai la mano in pasta a qualche faccenda: poichè allora non baderai nè pure a quel che parli.
Diportati da uomo grave co' malinconici, co' collerici bilioso; ma sempre flemmatico co' Superiori.
Non affettar gravità co' dotti, e intesi del negozio, usa poche parole, nè affollar molte ragioni: tutto al rovescio co' rozzi. Rifletti al tempo, se disadatto o opportuno. I fazzionanti, e di gran sequela a tutt'i versi stùdiati di guadagnarli, non omettendo congiuntura d'insinuarti con esso loro. Premedita con avvedimento le occasioni, che ti potrebbon'all'impensata sovraggiugnere. Come per esempio: se tal'uno in adunanza ti pungesse con qualche motto, concepisci teco stesso la maniera di lasciargli correr, senza scomporti, quel pungolo; rispondendogli con un animo placido, e superiore a' movimenti. E abbi per infallibile questo assioma, che tale ti mostrerai al di fuori, quale ti sarai fornito al di dentro. Dovendo favellar d'un terzo, non si rammemori il nome, poco meno il luogo, tempo, e altre circostanze; acciocchè passandovi altri casualmente non possa conghietturare di chi si ragioni. Avvenimenti difficili a credersi, che chi l'ascolta, li passerebbe per romanzi (ancorchè realmente occorsi, e più che veri) non t'indurre a narrarli, poco meno a ripeterli.
Con ognuno tratta riverentemente, come appunto egli fosse tuo Superiore.
Osserva la sincerità in quei racconti, che divulgati, o nulla ti pregiudicano, o ti risponderanno in applauso: come sarebbe a dire virtù altrui, pervenuteti per mezzo di autori veridici a notizia, non già inventate.
Schiva la dimestichezza di coloro, che ti si offeriscono disposti, e venderecci di ogni enormità, perchè si esibiranno anche agli altri contro di te.
Scanza i furiosi, e disperati, co' quali non mai si tratta senza gran cimento.
Trattando co' Principi, sii succinto, e laconico; poichè costoro voglion'esser Maestri, non scolari; pretendon'esser ascoltati dagli altri, e non ascoltar essi loro. Perciò falla da Filosofo, e non da Oratore; e benchè ti sieno più che famigliari, usa loro ogni ossequio.
Cedi il luogo più degno a' vecchi. Ricevine gli avvertimenti, lodali, venerali, perchè son queruli, e han pronte le accuse alla lingua.
Sii prodigo in dar lode a' vanagloriosi, e bagiani; e facile a riverirli. Fra gl'idioti prendi il tuo posto; e di rado ti accomunar co' cicaloni, che quanto hanno in cuore, rovesciano per la bocca.
Con ogni studio commenda quel, che altrui dà diletto, e con pari avvertenza biasima ciò, ch'egli abbomina. Facendo il contrario, anche non volendo te 'l disgusti.
Trattando da solo a solo con tal'uno, tràttavi come non avessi altro maggior confidente di lui.