Dimande, e risposte
In fartisi qualche dimanda, e parendoti dar negativa, non la dar subito, e come suol dirsi a crudo; ma dopo qualche discorso, e insinuazione previa: e se una volta ti trovi detto di no, a non farti veder leggiero, non t'indurre a concedergliene. Dovendo dar ripulsa, rifletti un tantino, e poscia dagli a credere, che tu medesimo ne provi maggiore il rammarico in non poterlo compiacere. Fingi, esserti venuto ordine per lettere, o che ti sia sopraggiunta una dolorosa novella; al qual disegno ti è uopo aver un servidore ben premunito, che a un tuo cenno interrompa e dia a divedere co' gesti, e colle parole, che non ti sia permesso soddisfarlo. Lodagli frattanto l'istanza, e se persiste nell'inchiesta, prenditi agio a deliberare, in qual forma potrai fartelo durar amico, con tutto che l'escludi. Raccomandane anche il raggiro a qualche servidore ben prevenuto, con additargli il modo di diportarsi, e istruendolo ad operar, come se egli medesimo fosse il principale: in inviarlo all'escluso, con ordine, che non s'obblighi a concedergli cosa alcuna, e prescrivigli altresì il tenore di abboccarvisi.
È naturalezza del volgo correre in fretta, volare, abbattersi, languire, e compatire spirante. Laonde se ti richiede di cose ingiuste, non gli negare alla prima, ma con pretesti speciosi, e con varj motti di scherzi traccheggialo; se però restrignesse l'istanza a qualche cosa di suo passatempo, senza frapporvi indugio, condiscendevi. O cesserà d'importunarti, e in un tratto cangerà voglia.
Abbi a cuore il veder non molto accetto tal'uno; nè t'ingelosir di quest'affetto, come dovresti insospettire, se 'l vedessi comunemente amato.
Se non potrà negarsi a tal'uno qualche carica, potrai destinargliene tale, che v'incontri il tracollo da se stesso, senza disturbo del pubblico maneggio. Prendi anche il partito di averlo presso di te, sotto colore di onorevolezza maggiore nella propia Corte. Inventa alcune ricognizioni puramente decorose, senza molto dispendio, quali erano presso i Romani le civiche, le morali, e le orazioni laureate in guisa di Panegirici. Poichè niente men s'invaghiscono gli uomini di somiglianti applausi, che dell'oro, e de' donativi di gran prezzo.
In un tal tempo prefisso dell'anno rileggi il catalogo, ove ti fa mestieri registrare quei della Corte, con tutt'i lor segnalati servigj, o rilevanti mancanze; e da simili riscontri risolviti a dar commiato ad alcuni, o rimuoverli dalle cariche; ed a promuover più in alto i meritevoli, con distribuir loro donativi, e sottoscriverne le suppliche per qualche grazia bramata; nè far trascorrere al più il triennio in praticar questo stile. Pubblica altresì, che non discenderai volontieri a chi di loro dimanderatti in persona le grazie, risoluto di costantemente disdirle a quei, che vi adoperano intercessori. Così serri lor l'uscio all'inchieste per sempre.